Lo studio del Qi Gong viene proposto in abbinata con il kata della cedevolezza, una forma senza proiezioni creata da Kano Jigoro, l’ideatore del Judo, che sottolinea il senso dell’adattabilità e della non contrapposizione.
E’ una pratica salutare adatta a chiunque.

Cos’è il QI GONG?
Il Qi gong può essere definito come una disciplina originaria della Cina che prevede l’esecuzione di esercizi fisici associati al controllo del respiro e della mente.
Si tratta di una disciplina nata dalla combinazione di conoscenze derivanti dalla medicina tradizionale, dalla filosofia e dalle arti marziali cinesi; prevede l’esecuzione di particolari e determinati movimenti in coordinazione con la respirazione e associati alla concentrazione mentale e a tecniche di meditazione.
La parola “Qi” significa “energia” o “spirito”; mentre la parola “gong” può essere tradotta con “tecnica”, “abilità” o “lavoro”. Si potrebbe, pertanto, tradurre “Qi gong” con “lavoro sull’energia” o “tecnica dello spirito”. Non a caso, questa disciplina si prefigge l’obiettivo di curare ed accrescere la propria energia interna – il qi, appunto – che scorre nei meridiani che percorrono il corpo di ciascun individuo.
Il JU-NO-KATA
Il Ju-No-Kata è un kata caratterizzato da un ritmo lento e monotono, privo di picchi di velocità tipici dei tre kata precedenti.
Non vi sono proiezioni. I gesti di chiusura di ogni tecnica si fermano prima, simboleggiando ciò che potrebbe accadere (nage-, shime- o kansetsu-waza) se tutti i gesti fossero reali e non rallentati appositamente.
Nella tradizione delle arti marziali i kata riproducano dei principi attraverso dei gesti essenziali; l’importante sarà quindi il gesto non tecnicamente inteso ma come espressione di un principio.
Il Ju-no-kata è un kata tipico del Kodokan e non fu accettato dal Butokukai che tradizionalmente considerava il judo come una parte del Budo e non poteva quindi condividere delle Forme che non espimessero degli aspetti “shobu”.