Definizione di Nage-waza
Il termine Nage-waza deriva da nagueru = proiettare, lanciare e waza = tecnica e significa quindi “tecniche di lancio” o “tecniche di proiezione” e identifica quelle tecniche il cui scopo è appunto proiettare uke al suolo, con sufficiente forza e velocità, al fine di farlo cadere con la schiena se la caduta è controllata, oppure impedirgli di rialzarsi a causa delle lesioni riportate se la proiezione dovesse essere applicata nel combattimento reale.
Nella pratica del Judo, uke, che avrà già appreso l’arte della caduta, sarà in grado di sopportare la proiezione senza danno, e tori, che avrà compreso rei-no-kokoro (lo spirito del rispetto), sarà in grado di proiettare uke con quella dose di controllo sufficiente ad impedire un danno fisico al compagno; incidenti seri saranno possibili solo nel malaugurato caso in cui vi sia contemporaneamente una cattiva rottura di caduta dell’uno e una proiezione senza adeguato controllo da parte dell’altro.
Il primo Go-kyo
Le proiezioni del Judo sono molte e, fin dagli albori, si è cercato di classificarle. E’ infatti nel 26° anno dell’epoca Meiji (1895), due anni dopo che la sede del Kodokan di Tokyo fu trasferita a Shimoto Mizaka (5° periodo del Kodokan), che il M° Kano, forte dell’esperienza acquisita in 13 anni di Judo e di quella precedente nelle due scuole di Ju-jutsu da lui frequentate (Tenshin-shin’yo-ryu e Kito-ryu) e con la collaborazione dei suoi allievi di più alto grado (Yokoyama, Yamashita, Nagaoka, Iizuka, ecc…) e dei Maestri delle più alte scuole di Ju-jutsu, formulò il primo Go-kyo; è la prima classificazione delle tecniche di proiezione basato su cinque (Go) principi (Kyo) che dovevano essere una traccia guida per la progressione dell’insegnamento e un elenco delle tecniche del Judo Kodokan. Questa classificazione, conosciuta come “vecchio Go-kyo”, comprende 38 tecniche cosi suddivise:
1° kyo | 2° kyo | 3° kyo |
HIZA GURUMA | O GOSHI | UCHI MATA |
TSURI KOMI ASHI | KO SOTO GARI | UKI OTOSHI |
UKI GOSHI | KOSHI GURUMA | TOBI GOSHI |
TAI OTOSHI | SEOI NAGE | UTSURI GOSHI |
O SOTO GARI | TOMOE NAGE | O SOTO OTOSHI |
DE ASHI BARAI | OKURI ASHI BARAI | SUMI GAESHI |
YOKO OTOSHI | HARAI GOSHI | UKI OTOSHI |
USHIRO GOSHI | ||
4° kyo | 5° kyo | |
UKI WAZA | YOKO WAKARE | |
KATA GURUMA | KO UCHI GARI | |
HIKKOMI GAESHI | ASHI GURUMA | |
KAKAE WAKE | YOKO GAKE | |
SOTO MAKIKOMI | O UCHI GARI | |
TSURI GOSHI | YAMA ARASHI |
Il secondo Go-kyo
Nei 25 anni seguenti, il Judo Kodokan si affermò definitivamente sulle altre scuole di Ju-jutsu e nel 1920 si può parlare di reale unificazione sotto la guida dei judoka legati a Kano che sempre più aprivano delle scuole che applicavano il metodo Kodokan, e di accettazione da parte delle scuole di Ju-jutsu del metodo Kodokan.
Fu allora che Kano, in collaborazione con gli alti gradi del Kodokan (Nagaoka, Samura, Yamashita, Mifune, Oda, Iizuka, Isogai, ecc…) e di un gran numero di Maestri delle vecchie scuole di Ju-jutsu, istituì una commissione per riformulare il Go-kyo, affermando che questo poteva essere migliorato.
Questa decisione, che suscitò molta ammirazione fra i suoi allievi, va interpretata tenendo presente due aspetti: da un lato il metodo Kodokan si presentava come degno erede delle scuole di Ju-jutsu e non in antitesi con queste e quindi se ne formulava la progressione d’insegnamento insieme agli Shihan del Ju-jutsu; dall’altro lato Kano, con questo aggiornamento del metodo in senso educativo, stava completando il suo metodo (sarà infatti nel 1922 che Kano annuncerà che dopo 40 anni di ricerca il Judo Kodokan è completo sia nei mezzi che nei fini).
La prima formulazione del Go-kyo, anche a detta degli allievi diretti di Kano (che diventeranno poi 10° dan), non aveva quel contenuto pedagogico presente nella formulazione attuale.
Infatti, il Go-kyo del 1920 presenta sicuramente una progressione tecnica di carattere educativo: la prima tecnica (De-ashi-barai) anche se di difficile esecuzione per il principiante, presenta una caduta relativamente facile; la seconda tecnica (Hiza-guruma) può essere facilmente concatenata alla prima, ecc… In altre parole questo Go-kyo era nient’altro che un programma di insegnamento rivolto ai sempre più numerosi insegnanti di Judo a cui Kano si rivolgeva.
Il risultato di questo riesame fu un Go-kyo comprendente 40 tecniche suddivise in 5 principi da 8 tecniche ciascuno:
1° kyo | 2° kyo | 3° kyo |
DE ASHI BARAI | KO SOTO GARI | KO SOTO GAKE |
HIZA GURUMA | KO UCHI GARI | TSURI GOSHI |
SASAE T. K. ASHI | KOSHI GURUMA | YOKO OTOSHI |
UKI GOSHI | TSURI KOMI GOSHI | ASHI GURUMA |
O SOTO GARI | OKURI ASHI BARAI | HANE GOSHI |
O GOSHI | TAI OTOSHI | HARAI T. K. ASHI |
O UCHI GARI | HARAI GOSHI | TOMOE NAGE |
SEOI NAGE | UCHI MATA | KATA GURUMA |
4° kyo | 5° kyo | |
SUMI GAESHI | O SOTO GURUMA | |
TANI OTOSHI | UKI WAZA | |
HANE MAKI KOMI | YOKO WAKARE | |
SUKUI NAGE | YOKO GURUMA | |
UTSURI GOSHI | USHIRO GOSHI | |
O GURUMA | URA NAGE | |
SOTO MAKIKOMI | SUMI OTOSHI | |
UKI OTOSHI | YOKO GAKE |
Venivano anche definite altre tecniche non fondamentali al di fuori del Go-kyo:
SEOI OTOSHI | O SOTO OTOSHI |
SODE TSURI KOMI GOSHI | YAMA ARASHI |
MOROTE GARI | TE GURUMA |
KUCHIKI DAOSHI | KANI BASAMI |
TAWARA GAESHI | HIKKOMI GAESHI |
tecniche che per la loro difficoltà o pericolosità esulavano da un programma “scolastico” di Judo ed erano materia di studio per “esperti”.
Rispetto alla formulazione del 1895 troviamo come già detto numerosi spostamenti in senso didattico ma anche non troviamo più alcune tecniche quali Yama-arashi (vietata per i troppi incidenti gravi che aveva provocato), Obi-otoshi, Tawara-gaeshi, Kani-basami, ecc…, cadute in disuso nei 25 anni trascorsi fra le due stesure del Go-kyo o, come già detto, spostate tra le tecniche fuori Go-kyo.
Il Go-kyo andava quindi inteso come la suddivisione del Nage-waza in 5 corsi di istruzione ove vengano studiate le tecniche ritenute più rappresentative tra quelle esistenti, esposte in un sistema di insegnamento.
Il M° Kano ha ben definito quali tecniche sono da intendersi come Tachi-waza (in cui tori resta in posizione eretta durante la proiezione), ad es. Seoi-otoshi che prevede un ginocchio a terra è da intendersi un Tachi-waza, mentre i Makikomi-waza sono da classificarsi fra i Sutemi-waza (tecniche di Nage-waza nelle quali tori si getta volontariamente al suolo per proiettare uke).
I nomi delle tecniche adottati da Kano possono descrivere la tecnica (Ko = piccolo, Uchi = interno, Gari = falciata), o descrivere la parte del corpo usata nell’azione (Koshi = anca, Guruma = ruota), oppure indicare il senso della direzione della caduta (Yoko = laterale, Otoshi = lasciar cadere), o ancora descrivere l’azione (O = grande, Guruma = ruota; Tomoe = a cerchio, Nage = proiezione), o, infine, riprendere i vecchi nomi “in codice” tipici delle scuole di Ju-jutsu che non volevano che dal nome si intuisse il tipo di tecnica (da cui ad esempio Tani = valle, Otoshi = lasciar cadere, Yama = montagna, Arashi = tempesta).
Il Go-kyo di Kyuzo Mifune
In un’epoca intercorrente fra le due formulazioni del Go-kyo (1895 e 1920), il M° Kyuzo Mifune imposta una suddivisione di 40 tecniche divise in 5 principi. Questo Go-kyo, riportato dal testo “Canon of Judo” del M° Mifune, è il seguente:
1° kyo | 2° kyo | 3° kyo |
DE ASHI BARAI | KO UCHI GARI | UCHI MATA |
HIZA GURUMA | KOSHI GURUMA | HANE GOSHI |
UKI GOSHI | KO SOTO GARI | HANE MAKIKOMI |
SASAE TSURI KOMI ASHI | O GOSHI | HARAI TSURI KOMI ASHI |
O SOTO GARI | SEOI NAGE | TOMOE NAGE |
TSURI GOSHI | O UCHI GARI | SUKUI NAGE |
TAI OTOSHI | KO SOTO GAKE | ASHI GURUMA |
TSURI KOMI GOSHI | HARAI GOSHI | USHIRO GOSHI |
4° kyo | 5° kyo | |
YOKO GURUMA | URA NAGE | |
O SOTO GURUMA | SUMI OTOSHI | |
UKI OTOSHI | YOKO WAKARE | |
UTSURI GOSHI | O GURUMA | |
UKI WAZA | OKURI ASHI BARAI | |
TANI OTOSHI | SUMI GAESHI | |
YOKO OTOSHI | KATA GURUMA | |
YOKO GAKE | SOTO MAKI KOMI |
Probabilmente questa interessante suddivisione è di un periodo molto vicino a quello del Go-kyo moderno: infatti notiamo che le prime tecniche del 1° principio sono le medesime che verranno inserite nella versione definitiva.
Lo stesso M° Mifune, negli anno ’50, utilizzava però nei corsi al Kodokan per gli stranieri una sequenza di insegnamento ancora diversa; le tecniche erano nell’ordine: Uki-goshi, Sasae-Tsuri-komi-ashi, De-ashi-barai, O-soto-gari, Tomoe-nage, Tai-otoshi, Harai-goshi, O-uchi-gari, Harai-tsuri-komi-ashi, Seoi-nage, Tsuri-komi-goshi, Ko-soto-gari, Hane-goshi, Uchi-mata, Kata-guruma, Ushiro-goshi, Okuri-ashi-barai, Utsuri-goshi, Ko-uchi-gari, Uki-waza,…
Come si vede, una progressione di insegnamento che si adatti sempre e comunque a tutti, non sembra essere realizzabile.
La suddivisione per gruppi di tecniche omogenee
Mentre le varie stesure del Go-kyo prese in esame fin’ora tendevano a classificare le tecniche di Nage-waza in un ordine di difficoltà supposto crescente, utili in quanto corrispondevano ad una metodologia e ad una progressione di insegnamento delle tecniche, gli schemi adottati per classificare le tecniche secondo una loro similarità rispondono ad altre finalità.
Classificare in vario modo le tecniche suddividendole in gruppi omogenei secondo certe caratteristiche, ha lo scopo di aiutare l’allievo a comprendere le similitudini e a coglierne le differenze macroscopiche di impostazione; non si presentano ovviamente come progressione di insegnamento e il ricordarle vuole solo aiutare a cogliere, nelle diverse tipologie classificatorie, quegli aspetti comuni forse talvolta sottovalutati.
Due classificazioni sono da sempre andate in parallelo al Go-kyo, senza sostituirsi a questo ma affiancandolo: una è la suddivisione fra “grandi” e “piccole” tecniche (O-waza e Ko-waza), l’altra è la suddivisione del Nage-waza in 5 gruppi (Ashi-waza, Koshi-waza, Te-waza, Ma-sutemi-waza, Yoko-sutemi-waza).
Nella prima, vengono considerate O-waza tecniche che richiedono una certa forza, e Ko-waza tecniche in cui è prevalente il tempismo ed è richiesta in genere meno preparazione. Possiamo quindi citare Seoi-nage, O-goshi, Uchi-mata, Ashi-guruma, Harai-goshi, ecc… tra gli O-waza, i Barai e i Gari in genere, ecc… tra i Ko-waza.
La seconda classificazione considera invece la parte del corpo da cui defluisce, si sprigiona l’energia (Ki) durante l’esecuzione: avremo quindi Koshi-waza per definire le tecniche in cui l’energia esce dall’anca, Te-waza dalle braccia, Ashi-waza dalle gambe; per i Sutemi, si distinguono i Ma-sutemi-waza in cui il Ki sale verso l’alto (tori andrà al suolo appoggiando a terra entrambe le spalle) e i Yoko-sutemi-waza, in cui il Ki “rotola” (tori andrà al suolo sul fianco).
Suddividendo le tecniche di lancio con questo metodo e raggruppandole in ulteriori sottogruppi abbiamo il seguente schema:
TACHI WAZA | TE WAZA | solo con la presa | UKI OTOSHI |
SUMI OTOSHI | |||
gamba | TAI OTOSHI | ||
aiutandosi con altre | IPPON SEOI NAGE | ||
parti del corpo | MOROTE SEOI NAGE | ||
schiena | ERI SEOI NAGE | ||
SEOI OTOSHI | |||
spalla | KATA GURUMA | ||
MOROTE GARI | |||
con il massimo impegno | SUKUI NAGE | ||
delle braccia | TE GURUMA | ||
KOSHI WAZA | rotazione del busto | UKI GOSHI | |
HARAI GOSHI | |||
HANE GOSHI | |||
caricamento sui lombi | O GOSHI | ||
KOSHI GURUMA | |||
TSURI GOSHI | |||
TSURI KOMI GOSHI | |||
SODE TSURI KOMI GOSHI | |||
sollevamento con l’addome | USHIRO GOSHI | ||
UTSURI GOSHI | |||
ASHI WAZA | bloccare | HIZA GURUMA | |
ASHI GURUMA | |||
SASAE TSURI KOMI ASHI | |||
spazzare | DE ASHI BARAI | ||
OKURI ASHI BARAI | |||
HARAI TSURI KOMI ASHI | |||
falciare | O SOTO GARI | ||
O UCHI GARI | |||
KO SOTO GARI | |||
KO UCHI GARI | |||
UCHI MATA | |||
colpire con la gamba | O GURUMA | ||
O SOTO GURUMA | |||
agganciare | O SOTO OTOSHI | ||
piede a cucchiaio | KO SOTO GAKE | ||
SUTEMI WAZA | MA SUTEMI | con l’uso del piede | TOMOE NAGE |
SUMI GAESHI | |||
con l’uso dell’addome | URA NAGE | ||
TAWARA GAESHI | |||
YOKO SUTEMI | conseguenza di Tachi-waza | YOKO GAKE | |
SOTO MAKI KOMI | |||
HANE MAKI KOMI | |||
YOKO OTOSHI | |||
con l’uso prevalente delle braccia | TANI OTOSHI | ||
UKI WAZA | |||
con la rotazione del corpo | YOKO GURUMA | ||
YOKO WAKARE | |||
sforbiciata con le gambe | KANI BASAMI |
Questa classificazione, che forse attualmente quella più usata, si adatta certamente molto bene a quello spirito occidentale che tende a “incasellare” e a definire proprietà e caratteristiche di ogni fenomeno.
La diffusione e la comprensibilità di questa classificazione hanno portato l’attuale Kodokan a rivedere, nel 1982, il Go-kyo ed a formulare una suddivisione basata su 65 tecniche, ritenute maggiormente utilizzate in epoca moderna, suddivise non più in kyo, ma nei 5 gruppi Te, Koshi, Ashi, Ma-sutemi e Yoko-sutemi-waza; la progressione di insegnamento viene affidata alla discrezione di ogni insegnante. La classificazione è la seguente
SEOI NAGE | ||
SEOI OTOSHI | ||
TAI OTOSHI | ||
O GOSHI | KATA GURUMA | |
UKI GOSHI | UKI OTOSHI | |
TSURI GOSHI | SUMI OTOSHI | |
HIZA GURUMA | TSURIKOMI GOSHI | SUKUI NAGE |
SASAE T.K.A. | KOSHI GURUMA | OBI OTOSHI |
HARAI T.K.A. | HARAI GOSHI | MOROTE GARI |
DE ASHI BARAI | HANE GOSHI | KUCHIKI DAOSHI |
OKURI ASHI BARAI | UTSURI GOSHI | KIBISU GAESHI |
TSUBAME GAESHI | USHIRO GOSHI | KO UCHI GAESHI |
KO SOTO GARI | DAKI AGE | UCHIMATA SUKASHI |
KO SOTO GAKE | YAMA ARASHI | |
O SOTO GARI | ||
O SOTO OTOSHI | ||
O SOTO GURUMA | ||
O SOTO GAESHI | ||
O GURUMA | ||
ASHI GURUMA | UKI WAZA | |
UCHI MATA | YOKO OTOSHI | |
UCHI MATA GAESHI | TANI OTOSHI | |
O UCHI GARI | YOKO WAKARE | |
O UCHI GAESHI | YOKO GAKE | |
KO UCHI GARI | DAKI WAKARE | |
HANE GOSHI GAESHI | YOKO GURUMA | |
HARAI GOSHI GAESHI | SOTO MAKIKOMI | |
UCHI MAKIKOMI | ||
HANE MAKIKOMI | ||
HARAI MAKIKOMI | ||
UCHI MATA MAKIKOMI | ||
TOMOE NAGE | O SOTO MAKIKOMI | |
URA NAGE | KANI BASAMI | |
SUMI GAESHI | KAWATSU GAKE | |
HIKKOMI GAESHI | ||
TAWARA GAESHI |
Fin qui abbiamo analizzato le classificazioni adottate dal M° Kano o, in seguito, dal Kodokan di Tokyo; ma altre classificazioni del Nage-waza sono meritevoli di attenzione e riflessione. Fra quelle del periodo classico del Judo, citiamo quelle del M° Koizumi e del M° Kawaishi.
La suddivisione del M° Koizumi
Genij Koizumi, nato nel 1885, è considerato il pioniere del Judo europeo. Dopo essere stato allievo della scuola di arti marziali denominata “Akishima Ryu”, compì il suo primo viaggio in Inghilterra nel 1906 e quattro anni dopo si stabilì definitivamente a Londra dove, nel 1918, aprì il Budokwai e nel 1920 adottò il metodo Kodokan in sostituzione di Ju-jutsu da lui insegnato precedentemente.
Pose fine alla sua esistenza nel 1965 scrivendo qualche giorno prima a Risei Kano “(…) Non voglio passare il resto della mia vita come un vecchio albero morto nell’attesa di un ordine della provvidenza. Mi scuserete se vado avanti un po’. (…) Non esiste né vita né morte nella Via in cui io credo.”
Fu una figura di grandissimo rilievo tecnico e morale, dette un’impronta inconfondibile al judo britannico e influenzò notevolmente quello continentale.
Koizumi suddivideva le tecniche di proiezione in 3 grandi gruppi:
- KURUMA WAZA: tecniche nelle quali uke effettua una sorta di ruota con il proprio corpo durante la proiezione;
- TENBIN WAZA: tecniche che danno l’impressione che i corpi di tori e uke si muovano come piatti di una bilancia;
- TSUMAZUKASE WAZA: tecniche nelle quali uke inciampa nel piede o nella gamba di tori.
Rientrano nel primo gruppo tecniche come Seoi-nage, gran parte dei Ma-sutemi-waza e dei Yoko-sutemi-waza, Tai-otoshi, Kata-guruma, ecc…; nel secondo troviamo Hane-goshi, O-guruma, Ushiro-goshi, Sukui-nage, ecc…; la maggior parte degli ashi-waza rientrano infine nel terzo gruppo.
La suddivisione del M° Kawaishi
Mikonosuke Kawaishi (1898-1969) giunse in Francia negli anni ’30 e propose un metodo di insegnamento originale, che prese il nome di “Metodo Kawaishi”.
Ebbe grande successo in Francia e nei Paesi limitrofi per alcuni decenni per poi cadere in disuso negli ultimi 20 anni. Tale Metodo si basava, per il Nage-waza, su una sequenza diversa da quella del Go-kyo e su un’esecuzione diversa per molte tecniche; per il Katame-waza si basava su una classificazione molto più ampia (86 tecniche) di quello del Kodokan.
Le tecniche del Metodo Kawaishi sono numerate e suddivise in 4 gruppi di 15 l’uno; abbiamo 9 tecniche di braccia e 6 di spalla che insieme compongono il gruppo in cui è prevalente l’uso degli arti superiori, 15 tecniche di gamba, 15 di anca e 15 Sutemi.
Nella pratica del Metodo Kawaishi la numerazione sostituiva la denominazione delle tecniche, per cui si parlerà di “6a d’anca” per designare Hane-goshi, di “10a di gamba” per intendere Ko-soto-gari e così via.
Kawaishi, che fra l’altro fu l’inventore dei colori delle cinture per distinguere le classi Kyu degli allievi, riteneva che nell’insegnamento delle tecniche in Europa occorreva considerare gli usi e costumi che erano ben diversi da quelli giapponesi, da cui la necessità, per Kawaishi, di proporre un metodo fortemente schematico.
La progressione e la numerazione delle tecniche non sono assolutamente casuali: prima di imparare la 2a d’anca, bisogna avere ben compreso la 1a ecc.
Nel 1949 il Metodo Kawaishi era completo nelle 60 tecniche e nei programmi di dan:
tecniche di gamba | tecniche d’anca |
O SOTO GARI | UKI GOSHI |
DE ASHI BARAI | KUBI NAGE |
HIZA GURUMA | TSURI GOSHI |
KO SOTO GAKE | KOSHI GURUMA |
O UCHI GARI | HARAI GOSHI |
KO UCHI GARI | HANE GOSHI |
OKURI ASHI BARAI | USHIRO GOSHI |
O SOTO GURUMA | TSURI KOMI GOSHI |
O SOTO OTOSHI | UTSURI GOSHI |
KO SOTO GARI | UCHI MATA |
SASAE TSURI KOMI ASHI | O GOSHI |
HARAI TSURI KOMI ASHI | KO TSURI GOSHI |
SOTO GAKE | O GURUMA |
KO UCHI MAKI KOMI | YAMA ARASHI |
ASHI GURUMA | OBI GOSHI |
tecniche di spalla | sutemi |
KATA SEOI | TOMOE NAGE |
SEOI NAGE | YOKO TOMOE |
KATA GURUMA | MAKI TOMOE |
SEOI OTOSHI | MAKI KOMI |
HIDARI KATA SEOI | YOKO GAKE |
SEOI AGE | TANI OTOSHI |
SUMI GAESHI | |
UKI WAZA | |
tecniche di braccia | KANI BASAMI |
TAI OTOSHI | YOKO OTOSHI |
UKI OTOSHI (bis KUKI NAGE) | HANE MAKI KOMI |
HIZI OTOSHI | URA NAGE |
SUKUI NAGE | YOKO GURUMA |
MACHIAGE OTOSHI | YOKO WAKARE |
SUMI OTOSHI | TAWARA GAESHI |
OBI OTOSHI | |
KATA ASHI DORI | |
RIO ASHI DORI |
Gli esami di grado prevedevano per il Nage-waza:
per il 1° dan: le prime 7 tecniche di gamba, 10 d’anca, 5 di braccia, 10 sutemi
per il 2° dan: 15 tecniche di gamba, 15 d’anca, 15 di braccia, 10 sutemi
per il 3° dan: 15 tecniche di gamba, 15 d’anca, 15 di braccia, 15 sutemi
Il sistema Kodokan prevedeva in genere, in quel periodo e ancora oggi, i primi tre Kyo del Go-kyo per il passaggio a 1° dan, i primi quattro per il passaggio a 2° dan e l’intero Go-kyo per il 3° dan.
Le proposte di Geesink
Una forte critica sia al Metodo Kawaishi, sia a quello del Kodokan basato sul Go-kyo, fu mossa da Anton Geesink alla fine degli anni ’60. 23 volte campione europeo, 3 volte campione del Mondo, vincitore delle Olimpiadi di Tokyo nel 1964, sosteneva che il Go-kyo non andasse inteso come sequenza di insegnamento ma come elenco,più o meno casuale, di tecniche genericamente dalle più semplici alle più complesse, ma senza quei presunti collegamenti e motivazioni didattici. Se è pur vero che sono possibili collegamenti fra De-ashi-barai, Hiza-guruma e Sasae-tsuri-komi-ashi, non si può dire altrettanto, secondo Geesink, per tecniche dei gruppi successivi.
Geesink criticò fortemente il Metodo Kawaishi per una serie di incoerenze: ad esempio O-goshi e Ko-soto-gari venivano insegnati solo alle cinture nere pur non risultando colpi particolarmente difficili né molto diversi da altri.
Propose così un suo metodo personale basato su una successione di apprendimento secondo un criterio logico e secondo la reciproca relazione nella quale sono legate i Kumi-kata e le tecniche del Nage-waza.
Ne scaturì un metodo molto vasto soprattutto per economizzare le ore necessarie a far apprendere al principiante le nozioni del Judo utili nei primi anni; infatti Geesink fu spinto a ricercare una propria sequenza didattica anche dal fatto di dover insegnare Judo agli allievi dell’Accademia di Amsterdam dove le ore a sua disposizione erano 28 all’anno e gli studenti avevano 3 anni per potere apprendere il più possibile.
In questo metodo, modificando leggermente le prese o la posizione, nascono numerose varianti alle tradizionali tecniche, favorendo con ciò la curiosità dell’allievo, e vi è un passaggio logico comprensibile anche all’allievo, nell’insegnare prima una tecnica di un’altra.
Personalmente riteniamo che la ricerca di diverse progressioni di insegnamento adatta ai vari tipi di allievi e alle ore da questi messe a disposizione per il Judo e che abbiano come finalità sia di infondere entusiasmo per la pratica sia il far apprendere il maggior numero di concetti possibile stimolando la curiosità del praticante, sia una delle grandi sfide che il Judo pone da sempre agli insegnanti.
La sequenza didattica del Go-kyo, come quella del Metodo Kawaishi, erano probabilmente superate dai tempi perché datate e riferite ad una certa situazione storica, e la ricerca di diverse metodologie che portino a più rapidi progressi gli allievi è un compito di straordinario interesse per tutti coloro che insegnano.
Scopo delle prossime pagine vuole essere, come già detto, quello di mostrare diversi modi di eseguire le tecniche, non quello di proporre un metodo o un modo fondamentale di esecuzione della singola tecnica.
Consci che “definire” significa spesso “limitare” preferiamo elencare e descrivere i diversi modi, lasciando ad ognuno la scelta di una o più modalità di esecuzione e la creazione infine di una propria sequenza di insegnamento che gli permetta di trasmettere queste tecniche agli allievi.
Ovviamente riteniamo sia impossibile elencare, per ogni tecnica, le infinite piccole varianti nell’esecuzione o nelle opportunità per meglio eseguirle; verranno quindi elencate quelle principali, sulla scorta dell’ampia bibliografia presa in esame e del lavoro di studio compiuto per meglio comprendere con il corpo quello che la mente leggendo un testo poteva far proprio, per poi ritornare, rinvigoriti dalla pratica, all’aspetto teorico, puntualizzando quanto ora seguirà.
Per ciascuna tecnica elencata, verranno spiegati accorgimenti e varianti scaturiti delle caratteristiche personali dell’esecutore di quella particolare tecnica; è inteso che, come un guanto deve calzare alla perfezione chi lo indossa, così, ciascuno, studia le tecniche e Judo in generale, affinché “calzino” le caratteristiche personali.
Il nostro scopo non è di insegnare meccanicamente centinaia di varianti di tecniche, quante ne verranno esposte; ma presentare un panorama del Judo il più completo possibile così come si è evoluto dal 5 giugno 1882 ad oggi, dal quale ciascuno potrà prendere spunto per migliorare ed affinare il proprio bagaglio che sarà diverso (e guai se non lo fosse) da qualsiasi altro.
L’elencazione delle tecniche che verranno presentate qui di seguito, segue l’ordine del Go-kyo, in omaggio al M° Jigoro Kano, senza il quale non saremmo qui a scrivere di Judo.
“Un semplice dettaglio aiuta enormemente quando si studia a fondo un movimento. Bisogna senza sosta cercare di affinare il proprio movimento, perchè i cercatori ottengono praticamente sempre soddisfazione.” (Ishikawa)
M° Marco Marzagalli