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Terz@età: si è concluso il nostro progetto

Progetto Terz@età Associazione La Comune

Si è concluso il progetto Terz@età: un progetto instenso, che ha visto coinvolte tante persone e che ha permesso di creare relazioni solide e cariche di risvolti positivi.

Vogliamo ripercorrerlo insieme e condividere i risultati raggiunti.

L’ideazione: i bisogni e le finalità

Il progetto è stato ideato nella tarda primavera del 2020, con lo scopo di sostenere una delle categorie più fragili e maggiormente colpite durante la prima ondata di covid 19, cioè gli anziani, costretti più di altri al distanziamento sociale e, per questo, destinati a  sopportare gli effetti della solitudine e dell’inattività fisica.
Temendo il sopraggiungere di nuovi periodi di alto rischio epidemiologico (cosa che purtroppo si è rivelata essere realtà) il progetto  prevedeva di poter fornire loro supporto permettendo loro di minimizzare e ottimizzare le uscite, senza però sentirsi soli o rimanendo inattivi.

Nello specifico l’intento del progetto era quello di insegnare loro ad utilizzare strumenti informatici e app per poter:

  • seguire da casa, in modo interattivo, due lezioni di ginnastica alla settimana specificatamente adattata alle loro condizioni psico-fisiche, tali da mantenerli in salute;
  • avere la possibilità di relazionarsi settimanalmente con l’istruttore di riferimento e i volontari;
  • usare tali strumenti anche per creare e coltivare relazioni in maniera differente dal consueto (riuscire a stare insieme e a coltivare le amicizie anche senza vedersi di persona, ad esempio).

Altro elemento importante previsto dal progetto era l’ attivazione del volontariato per creare una rete sociale di relazione che potesse aggiungersi e sovrapporsi alle relazioni create con gli insegnanti e tra gli stessi anziani.

Il progetto Terz@età si è rivolto in particolare agli anziani più fragili residenti in quattro aree della periferia milanese (San Siro, Quarto Cagnino, Baggio e Bande Nere).

Alla luce degli sviluppi che purtroppo la pandemia ha avuto, con nuove ondate e nuovi periodi di chiusura che dallo scorso ottobre hanno coinvilto tutti noi, l’idea progettuale si è rivelata particolarmente utile ed efficace, in quanto è riuscita a rispondere a una reale necessità delle persone più anziane e a favorire il loro benessere psico-fisico, in un anno in cui la loro salute fisica e mentale è stata messa nuovamente a rischio.

Ripercorriamo le tappe del Progetto Terz@età

Le attività che sono state fatte sono molte e il progetto può essere diviso in 4 fasi:

  • Fase 1 – Il contatto e la preparazione
  • Fase 2 – Il primo step di alfabetizzazione informatica e motoria
  • Fase 3 – Il secondo step di alfabetizzazione informatica e motoria per il mantenimento di uno stile
    di vita attivo a casa
  • Fase 4 – Dalla tecnologia alla relazione per la (ri)costruzione di una socialità attiva.

Fase 1: luglio-ottobre 2020

La prima fase è stata inizialmente un momento di lavoro “dietro le quinte”, in cui, tramite i contatti con le parrocchie del territorio, i servizi sociali, il sindacato pensionati di CGIL e CISL, l’Auser, i quattro Centri Socio Ricreativi Culturali per anziani del Municipio 7 e i due del Municipio 6 limitrofi alla zona del NIL Bande Nere, sono stati individuati i beneficiari.
Parallelamente si sono attivate le relazioni di carattere istituzionale che hanno portato al coinvolgimento attivo del Municipio 7, il quale ha voluto prima patrocinare e poi sostenere il progetto sia attraverso lo stanziamento di un contributo, sia attraverso la messa a disposizione della Sala degli Affreschi presso la sede municipale per l’organizzazione della conferenza stampa di avvio progetto.
RAI 3 ha mandato in onda un servizio al TG Regionale il giorno 1° ottobre che ha illustrato il progetto.

Inoltre in questa fase sono state di grande aiuto le azioni di due Associazioni che, pur non essendo partner del progetto, hanno collaborarto per la sua buona riuscita: la Banca del Tempo Carpe Diem (che ha messo a disposizione risorse per i contatti con
i beneficiari e alcuni volontari) e soprattutto l’Associazione Informatica Solidale, che ha collaborato nel caricamento dei programmi sui tablet e nella loro inizializzazione, in modo che potessero essere consegnati ai beneficiari già “pronti per l’uso” e tutti con le stesse modalità e funzionalità.

Da metà settembre alla fine di ottobre, facilitati anche dal decorso pandemico che ha visto in quei due mesi, l’unico momento dell’anno scolastico di relativa tranquillità, abbiamo incontrato i beneficiari più volte.
Sono stati organizzati incontri a piccoli gruppi, 4-5 persone, presso le nostre sedi e presso sedi di altre associazioni (Centri di Volontariato Vincenziani) in cui è stato illustrato il progetto e le sue finalità. Per noi  infatti,  l’ingaggio dei partecipanti attraverso la condivisione degli scopi è una chiave importante circa la riuscita di qualsivoglia progetto.
In questi incontri sono emerse le preoccupazioni degli anziani circa la loro paura di non essere assolutamente in grado di capire l’utilizzo degli strumenti informatici e di “andare in confusione”.

A metà ottobre abbiamo fissato le visite mediche e i test fisici a cui sottoporre i partecipanti al fine di costruire dei gruppi omogenei per caratteristiche.
Non ci sono stati casi in cui il medico ha valutato l’inidoneità all’attività fisica, mentre la differenziazione delle capacità fisiche residue è stata notevole.
Il test utilizzato è stato il 6MWT, ovvero veniva richiesto ai partecipanti di camminare per 6 minuti consecutivi su un rettilineo in cui erano posizionate sedie per fermarsi all’uopo in caso si volesse riposare: veniva misurato il battito prima e dopo, e l’indice di saturazione ossiemoglobinica; il medico misurava la pressione prima del test e ogni 2’ ciascun partecipante, al cui fianco camminava un operatore, doveva segnalare, in una scala da 0 a 6, il grado di stanchezza percepita.

La composizione dei gruppi è stata quindi fatta sulla base dei risultati di questi test, basti pensare che c’è stato chi ha camminato per 200 metri, facendo varie soste, indicando valori di stanchezza percepita da 4 a 6, e con un aumento della frequenza cardiaca significativo e chi (pochi) hanno camminato per oltre 450 metri senza percepire elevati valori di stanchezza.

Significativo è stato il raffronto con i risultati dello stesso test ripetuto alla fine del progetto, dopo 9 mesi di ginnastica da casa!

Sono quindi stati consegnati i tablet ai partecipanti, ciascuno con un proprio codice in modo da poter intervenire anche da remoto qualora fosse necessario, ed è iniziata l’alfabetizzazione informatica dei partecipanti, ovvero “come insegnare a usare un tablet a chi non ha mai acceso uno strumento informatico di alcun tipo”.
Erano infatti un’esigua minoranza coloro i quali avevano una minima domestichezza con uno smartphone o con un pc, per la maggioranza di loro si trattava di strumenti sconosciuti.

Insieme ai tablet è stato consegnato un kit per svolgere gli esercizi di ginnastica da casa (elastici, bastone, palla di gommapiuma, promemoria, ecc.)

Fase 2: ottobre 2020

La seconda fase è consistita nel primo step di alfabetizzazione informatica e motoria. I partecipanti sono stati condotti, a piccoli gruppi e in parecchi casi in momenti individuali, all’uso del tablet, simulando dirette zoom e simulando problemi di funzionamento, anche per far recepire che quando qualcosa non va non è detto che sia “colpa” del loro sbagliato utilizzo dello strumento.
Fondamentale in questa fase è stato il rapporto umano che si è instaurato fra i beneficiari e il personale che ha collaborato al progetto, il senso di “accoglienza” che gli anziani hanno avuto ci è stato testimoniato più volte, anche attraverso i media dato che RAI 3 ha voluto fare un nuovo servizio subito dopo Natale, passato anche questo al TG Regionale, sull’andamento del progetto, intervistando una delle partecipanti.

Inizialmente avevamo ipotizzato che ci potesse essere un gruppo che non avrebbe raggiunto immediatamente la capacità di connettersi e seguire le lezioni via zoom e avevamo immaginato di fornire loro la registrazione su chiavetta della lezione; viceversa, ciò non è stato necessario, tutti si sono impegnati al massimo!
Costituiti i 6 gruppi, sono iniziate le lezioni.
Le prime lezioni sono state delle sorte di test, con la presenza da remoto e via telefono di numerosi volontari per agevolare la risoluzione di eventuali criticità e per aiutare i partecipanti a posizionare al meglio il tablet per poter vedere gli esercizi.
Questo ha permesso da un lato di prevenire possibili incidenti, dall’altro di “entrare” come ospiti da remoto nella casa dell’anziano, cosa che che ha rafforzato il legame con l’operatore.

Fase 3: novembre 2020 – gennaio 2021

Dal 1/11 sono ufficialmente iniziate le lezioni, come previsto nella fase 3 del progetto. Questa fase è stata caratterizzata da un secondo step di alfabetizzazione informatica e motoria per il mantenimento di uno stile di vita attivo a casa.

Questa fase doveva durare un paio di mesi (novembre e dicembre) e introdurre alcuni momenti aggiuntivi (es. lezioni extra con altre figure professionali: nutrizionista e psicologo), mentre abbiamo preferito prolungarla anche al mese di gennaio, rimandando alla fase successiva l’inserimento delle lezioni extra.
Era infatti necessario consolidare la partecipazione alle lezioni e rafforzare il legame con gli insegnanti. Fondamentale in questa fase è stata quindi la relazione.

Relazione fra gli insegnanti e i partecipanti che si è mantenuta attraverso colloqui telefonici settimanali di monitoraggio delle condizioni fisiche e che, naturalmente, si sono allargati alla sfera psico-emotiva personale, e relazioni fra i partecipanti e il
personale di supporto che si teneva in contatto telefonico proprio per permettere canali comunicativi aggiuntivi a sostegno della solitudine e spaesamento di molti degli anziani (in quel periodo, infatti, siamo passati dalla zona arancione alla zona rossa, con l’aumento delle preoccupazionidi molti dei nostri anziani).
A questo si è aggiunto il supporto informatico, perché in un periodo di sbandamento aumentano le insicurezze.

Aver prolungato la fase 3, implementando il supporto a distanza, ha permesso di traghettare i partecipanti con maggior tranquillità alla fase 4, che è iniziata a fine gennaio.

Le lezioni on line di ginnastica adattata, e le relazioni via telefono con i partecipanti, sono proseguite fino alla scadenza del progetto, cioè fino al 30 giugno.
La partecipazione alle lezioni è sempre stata medio-alta, attestandosi ad una media di 15 presenze su 19.
E’ capitato più volte che alcune persone si siano connesse anche se non particolarmente in forma. Alcuni di loro, per problemi di salute, avevano ricevuto dal medico chiara indicazione di rimanere totalmente a riposo. E così la lezione on line è diventata il pretesto per guardare quello che veniva fatto dagli altri e “non perdere il filo e il ritmo con il gruppo” come ha scritto la signora Maria Grazia.
Non vi sono stati ritiri dai corsi di ginnastica in corso d’anno.

Fase 4: gennaio- giugno 2021

La quarta fase aveva come obiettivo quello di accompagnare i partecipanti “dalla tecnologia alla relazione”.
A gennaio 2021 sono state fatte lezioni per imparare ad usare i social e sono stati creati i gruppi WhatsApp: è stato insegnato non solo l’uso tecnico, ma la valenza relazionale che i social possono avere per gli anziani.
Un numero ristretto di partecipanti ha imparato anche l’utilizzo di Facebook, altri non ne erano interessati essendo loro sufficiente WhatsApp per le loro esigenze.

Inoltre è stata data ai partecipanti la possibilità di seguire on line altre lezioni, che la nostra Associazione sta facendo per il Municipio 6 e 7.
Siccome  alcune di queste lezioni erano trasmesse via Teams, è stata insegnata anche tale modalità.
Molti dei partecipanti hanno così potuto seguire, anche se non con l’assiduità con cui hanno seguito le lezioni di ginnastica del progetto, conferenze e lezioni di storia dell’arte, di storia di Milano, gruppi di lettura, ecc. che abbiamo trasmesso via zoom (per il Municipio 7) e via Teams (per il Municipio 6).

Da marzo sono stati introdotti dei webinar aggiuntivi su diversi temi: incontri col nutrizionista “La salute non ha età” (70 partecipanti complessivi), incontri con la giardiniera “Piante da appartamento in primavera: come prenderci cura delle nostre silenziose e generose amiche verdi” (54 partecipanti), incontri sui servizi digitali disponibili “Semplicemente servizi digitali” (46 partecipanti), incontri con lo psicologo “Timori e ansie in tempo di pandemia” (71 partecipanti), incontri con la Polizia locale “Truffa? No grazie! Incontri con la Polizia Locale alla scoperta dei servizi offerti dal Comune di Milano” (38 partecipanti), Incontri con la ginecologa “Pavimento pelvico: questo sconosciuto”(32 partecipanti).
A questi webinar, che avevamo previsto nel progetto, ne abbiamo voluto aggiungere altri, più a carattere culturale, per sviluppare le relazioni fra i partecipanti che condividono interessi e passioni comuni: un incontro sull’opera “A Milano con Giuseppe Verdi. La vita e le opere del grande musicista e compositore e il suo rapporto con la città di Milano, durato quasi un secolo” a cui hanno partecipato 15 anziani, un incontro su Milano “ Il Parco Sempione da Napoleone a Vittorio Emanuele: fasi costruttive di uno dei più importanti parchi storici Italiani” (22 partecipanti), incontri di lettura e condivisione “Attraversare la notte insieme. Lettura e riflessioni su ‘Le
nostre anime di notte’ di Kent Haruf” (18 partecipanti).

Uno degli obiettivi principali di quest’ultima fase era quello di portare gli anziani a organizzare in autonomia occasioni per incontrarsi e vedersi  e percepirsi come soggetti della propria capacità di interazione sociale”.
Il gruppo di lettura fatto on line è stato da stimolo in tal senso: gli anzianiche hanno partecipato hanno deciso di trovarsi all’aperto presso il Parco delle Cave per proseguire i loro incontri, conoscendosi finalmente di persona e interagendo non più virtualmente, ma realmente!

La socialità reale è stata poi stimolata, come prevedeva il progetto, attraverso  diverse visite guidate (al Cimitero Monumentale a San Maurizio al Monastero Maggiore, alla basilica di Sant’Ambrogio con gruppi di circa 15 partecipanti l’uno, causa distanziamento ancora imposto.

Si sono poi attivati i Gruppi di cammino, che hanno unito la socialità all’esercizio fisico, permettendo di valorizzare in una dimensione sociale l’imperativo del tenersi in salute.

Commisurazione dei risultati rispetto ai risultati inizialmente attesi

Sono arrivati tanti messaggi di ringraziamento e tante parole che ovviamente ci hanno fatto molto piacere.
Ma al di là della soddisfazione e del piacere personale nel sapere che il nostro lavoro stava portando reali benefici alle persone, dopo un’analisi più approfondita possiamo ritenerci soddisfatti che siano stati raggiunti gli obiettivi che ci eravamo posti:

  1. Creare legami di valore con gli anziani facendo loro assumere la responsabilità di mantenersi attivi anche in condizioni non usuali.

    Gli insegnanti sono stati un “ingrediente” fondamentale in questo progetto:  sono riusciti a trasmettere in maniera efficace l’importanza del mantenersi attivi. I risultati fisici ottenuti e riconosciuti appieno dai partecipanti ci portano a poter affermare con soddisfazione che tale risultato sia stato appieno raggiunto.
    Uno strumento che abbiamo utilizzato per poter misurare questa assunzione di responsabilità da parte dell’anziano è stata quello di fornire loro dei tutorial di lezioni da poter seguire liberamente. E una testimonianza ricevuta rende bene ciò che abbiamo ottenuto:“Io sono sempre stata restia alla ginnastica per pigrizia. Questa è stata una bella occasione per avvicinarmi con positività ad essa e mi sorprendo per la voglia che ho di farla anche a casa da sola,  anche seguendo i tutorial di Ivan.”

  2. Aiutare l’anziano in un processo di alfabetizzazione informatica, in modo da renderlo capace di minimizzare e ottimizzare le uscite in periodi di rischio epidemiologico e di sentirsi più sicuro nell’uso di strumenti informatici e app.

    Visto il ripresentarsi della pandemia, la possibilità di poter interagire da remoto è stato un ausilio importante nella quotidianità della vita degli anziani partecipanti al progetto. Come siu suol dire: “di necessità virtù”.
    Pertanto riteniamo che questo obiettivo sia stato pienamente raggiunto.

  3. Permettere all’anziano di seguire da casa, in modo interattivo, lezioni bisettimanali di ginnastiche specifiche che lo possano mantenere in salute

    .A fine progetto abbiamo chiesto ai partecipanti di presentarsi nelle nostre sedi per ripetere il test “6MWT”.
    Abbiamo rilevato i parametri cardiaci e gli anziani hanno nuovamente rifatto il test.
    La temperatura esterna era particolarmente calda e questo tendenzialmente potrebbe avere avuto un peso sia relativamente alla distanza intercorsa, sia di conseguenza alla percezione di stanchezza e all’incremento delle pulsazioni post-test.
    I risultati dei test sono stati decisamente significativi, anche se non possiamo validarli da un punto di vista scientifico, date le differenze di rilevazione in due stagioni così differenti.
    La cosa sorprendente non è stato l’aumento della distanza percorsa, che anzi mediamente è diminuita di 7,71 metri, probabilmente causa il caldo, ma è stata la “percezione di stanchezza” che rispetto a ottobre è calata dell’89%.
    Nel test eseguito inizialmente, in una scala da 0 a 6 la stanchezza “percepita” dopo 2’, dopo 4’ e al termine dei 6’ di cammino è stata mediamente pari a 3,96; nei test di fine anno, dopo aver svolto un anno di ginnastica, il valore medio è precipitato a 0,50.
    Una diminuzione al di là delle più rosee aspettative che evidenzia come aver seguito delle lezioni, anche se da remoto, ha portato a non far più quella fatica che si aveva nel fare attività fisica, anche solo nel camminare per sei minuti consecutivi.
    A questo si aggiunge un calo dell’11,6% delle pulsazioni a fine test rispetto al battito rilevato ad ottobre, segno di una migliore tenuta dell’organismo agli sforzi.
    E’ evidente il risultato ottenuto in termini di miglioramento della tenuta fisica delle persone, e la cosa per noi positiva è che soggettivamente ciascuno di loro ha sentito il beneficio dell’attività fisica come strumento di prevenzione per la propria salute.

  4. Costruire una nuova socialità per gli anziani, prima a distanza e poi accompagnandoli in un percorso di auto-organizzazione del tempo in modo condiviso.

    La partecipazione alle attività e la socialità che ne è conseguita è stata in linea con le aspettative: ci sentiamo di aver fornito agli anziani gli stimoli adeguati a poter proseguire in autonomia le relazioni sociali fra loro, arrivando ad organizzarsi autonomamente incontri e condivisioni del tempo libero.
    E’ stato anche organizzato un pranzo tutti insieme che ha visto una numerosissima partecipazione!

  5. Favorire e mantenere un volontariato attivo dei giovani e dei silver-age verso gli anziani anche post-emergenza.

    Questo obiettivo potrà essere misurato soltanto ex post. Al momento, però, possiamo affermare che i rapporti che si sono instaurati sono molto positivi e l’auspicio è che proseguano nel tempo.

 

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