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Sport e Inclusione: un tema al centro dell’ASD La Comune

sport e inclusione ASD La Comune

Articolo a cura di Marco Marzagalli

Il tema dell’accoglienza è molto importante da trattare con i bambini, perché è da piccoli che si mettono le basi per poter essere aperti all’incontro con l’altro e disponibili all’accettazione della sua diversità. Per definizione, i bambini sono molto centrati su loro stessi: al primo posto, mettono i propri bisogni, che cercano di soddisfare senza fare attenzione a ciò che li circonda.
Se succede qualcosa di sgradevole, la “colpa” è di qualcun altro, se non si riesce a fare qualcosa, prevale la frustrazione e si fa fatica a ragionare nell’ottica della collaborazione, se qualcosa comporta uno sforzo troppo grande, la prima reazione è quella di dire “non mi piace”. Solo gradualmente, crescendo, imparano che l’incontro con l’altro comporta una fatica e una messa in discussione di sé, ma che questo può avere anche risvolti positivi e piacevoli (l’amicizia, l’aiuto reciproco, la collaborazione…).

Ecco allora che il tema dell’accoglienza si lega a quello della crescita del bambino, in quanto accogliere vuol dire aiutare, mettersi al servizio del compagno, essere insieme.

Lo sport è uno strumento potentissimo in questo senso.
Quando, ad esempio, arriva un bambino nuovo in un corso già iniziato, che mediamente è molto intimidito perché vede gli altri fare cose a lui sconosciute, la chiave non è che sia il maestro a spiegare le cose, ma che siano gli altri bambini ad aiutarlo.
Questo da una parte li rafforza nel sentirsi capaci e dall’altra permette di accorciare le distanze attraverso il fare condiviso, scoprendo attraverso l’esperienza diretta che è dalla collaborazione e dall’aiuto reciproco che nascono relazioni.

Nei corsi sportivi dedicati ai bambini, ASD La Comune si impegna, attraverso progetti di inclusione sociale, a inserire bambini con disabilità certificata o in corso di accertamento.
In questo anno in particolare sono stati diversi i progetti portati avanti con questa finalità e, in alcuni corsi, la percentuale dei bambini fragili è abbastanza importante (intorno al 10/12%): l’accoglienza e l’aiuto da parte del gruppo è l’unico strumento che si ha per fare in modo che tutti stiano bene. I più disponibili ad accogliere gli altri sono gli stessi bambini con disabilità, quelli che sono già abituati “ad essere aiutati” sono i primi che spontaneamente vanno ad aiutare gli altri.

Il nostro lavoro volto all’inclusione non si esaurisce inserendo i bambini con disabilità nei corsi sportivi, ma consiste principalmente nel lavorare su tutti gli altri per far comprendere la ricchezza presente nell’incontro.

E’ stato presentato il progetto “BIAS – Building an Inclusive Attitude in Sports” insieme ai partner “Judo Ireland” (Irlanda) e “SEA – Sport Evolution Alliance” (Portogallo) per:

  • promuovere le pari opportunità nell’accesso allo sport per i bambini con disabilità intellettiva o con disturbi dello spettro autistico;
  • realizzare uno scambio di metodologie e di buone prassi con i partner portoghesi e irlandesi;
  • organizzare momenti di sport inclusivo.
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