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La danza on line: riscoprire un’autenticità profonda

Cecilia, la nostra insegnante di danza, ci racconta di come questo periodo di lezioni on line, inizialmente visto come un limite, sia stato in realtà spunto per esplorare la danza sotto nuovi punti di vista, aprendo alla possibilità di sperimentare un nuovo modo di stare insieme e di vivere la danza in maniera più profonda e delicata.

Sono ormai passati 5 mesi da quando uno dei tanti DPCM di questo periodo ha nuovamente chiuso le palestre.

A partire dallo scorso novembre, quindi, molti dei nostri insegnanti hanno attivato i loro corsi in modalità on line, per permettere, soprattutto ai bambini, di continuare a svolgere qualche tipo di attività fisica, così preziosa per il loro sviluppo psico-fisico.

Oggi Cecilia Maresca, la nostra insegnante di danza, racconta di come sta andando il suo corso, prendendo in considerazione le criticità  derivate da questa insolita modalità di insegnare la propria disciplina, ma, parallelamente, sottolineando quali, a suo parere, siano stati i punti di forza di questi 5 mesi di lezioni on line.

Vedo questo periodo come una grande pentola magica, uno spazio virtuale in cui ciascuna è riuscita a portare il suo contributo, dedicandosi un proprio spazio di ricerca personale

“Sicuramente va detto che on line si è drasticamente ridotto il numero delle bambine iscritte al corso di danza:  da quattro corsi che avevamo a inizio anno sono rimaste a frequentare on line soltanto in 7-8. Inoltre con l’arrivo della bella stagione il numero si è ulteriormente ridotto perchè i genitori hanno preferito non tenere le figlie vincolate a un corso dove dovessero stare davanti a uno schermo, scegliendo di riprendere quando si potrà tornare in presenza.

Ma io penso, in tutta onestà, che il lavoro che siamo riuscite a fare in questi mesi sia un lavoro di altissima qualità!

Sicuramente abbiamo dovuto trovare nuove modalità e non posso dire che le lezione si stiano svolgendo allo stesso modo rispetto a quando si danzava in presenza.

Però trovarci on line ha permesso di esplorare nuovi orizzonti e anche di rinnovare alcuni riti che facevamo in palestra, facendoli nostri anche in una nuova formula.

Un esempio: noi abbiamo un rito di inizio e di fine lezione. All’inizio della lezione ognuno racconta come sta o come è andata la settimana tramite un gesto, mentre al termine della lezione ci si scambiava il soffio vitale del gruppo (in cerhio, ognuno soffiava la propria energia verso il gruppo).

Per ovvi motivi all’inizio di quest’anno, quando potevamo trovarci in palestra, avevamo dovuto rinunciare a questo rito, in quanto soffiare verso gli altri era un gesto da evitare.

Grazie alla formula on line, invece, abbiamo potuto riappropriarci di questo momento a cui comunque eravamo affezionate e tra l’altro, abbiamo aggiunto un dettaglio in più: non si può ovviamente fare un vero cerchio, ciascuna soffia  verso la propria telecamera e non si può indirizzare il proprio gesto vesto qualcuno di specifico (come invece avveniva in presenza) ma la scelta di prendere il soffio e mandare in risposta il proprio è libera: ciascuna soffia e chi sente arrivare l’energia dell’altra prende il soffio e condivide a sua volta il proprio col gruppo!

Inoltre ci siamo date delle regole per vivere al meglio le lezioni: ci sono dei momenti precisi (come quello  iniziale e quello finale, appunto) in cui sono importanti l’aspetto relazionale e la condivisione; in altri, invece, ciascuna deve lavorare concentrata su sé stessa, e questo permette di non rimanere incollate allo schermo per tutto il tempo della lezione.

Sono fermamente convinta che il lavoro che stiamo facendo abbia una grande importanza per le bambine, perchè ha permesso non solo di mantenere il legame tra di loro, ma anche di coltivarlo e di farlo crescere.

Inoltre abbiamo cercato di trasformare il limite della mancata presenza fisica in opportunità:  infatti quando ci si vede in presenza l’energia delle bambine è sempre molto alta e si è, giustamente, concentrati, sul vivere il momento e il contatto con gli altri.

Da casa ognuna ha avuto modo di concentrarsi maggiormente su sé stessa e questo ci ha portato a poter svolgere un lavoro più profondo e allo stesso tempo più delicato e autentico.

Abbiamo  fer forza di cose dovuto mettere un po’ da parte la tecnica  (che richiede la presenza) per concentrarci sull’esplorazione della danza sotto altri punti di vista; abbiamo trasformato ogni lezione in un laboratorio e abbiamo esplorato varie dimensioni, da quella relazionale a quella ludica, dalla stimolazione della fantasia alla creazione di coreografie sempre diverse, partendo dal tema su cui ci focalizzavamo nel corso della lezione.

In questi mesi, sfruttando il fatto che fossimo poche,  ho lavorato per coinvolgere le bambine in prima persona nella costruzione di ogni singola lezione, accogliendo ogni loro suggerimento o spunto e invitandole a essere il più possibile propositive. Anche nella scelta delle musiche le ho coinvolte attivamente e ogni volta ci lasciamo ispirare da ciò che ciascuna si sente di proporre.

Così abbiamo raccolto e seguito l’energia e i suggerimenti che arrivavano da loro, alternando lezioni più giocose a lezioni più introspettive.

Ci tengo a raccontare alcuni lavori che abbiamo fatto durante questi mesi che secondo me sono stati splendidi (o meglio: le bambine sono state splendide perchè hanno risposto a ogni proposta con entusiasmo e serietà).

Abbiamo lavorato sull’equilibrio, utilizzando le cose presenti a casa per svolgere gli esercizi in sicurezza, come letti, pareti, sedie.

Abbiamo danzato con gli oggetti che potevamo trovare a casa.

Abbiamo lavorato sul corpo. Abbiamo giocato con l’anatomia, con la conoscenza dei muscoli e dello scheletro: ciascuna ha disegnato il suo scheletro immaginario, della forma e nella posizione che preferiva. Poi il gioco è stato immaginare come potevano muoversi questi scheletri e ciascuna poteva scegliere di danzare come lo scheletro che l’aveva colpita di più, mentre le altre dovevano indovinare a quale scheletro potessero corrispondere quella danza e quei movimenti.

Abbiamo esplorato le varie qualità di movimento del nostro corpo: muscolare, scheletrico, linfatico: dopo una fase di esplorazione ciascuna ha individuato la tipologia di movimento che sentiva più sua e in un secondo momento ciascuna ha provato a insegnare alle altre il proprio movimento specifico.

Abbiamo esplorato anche il mondo dello yoga provando a lavorare su una sequenza, ripetendola più volte, fino a che le bambine l’hanno fatta propria e ora, ciciclamente, la ripetiamo e sono loro a condurre a turno le altre per svolgerla. Questa cosa ha generato tra di loro una grande sintonia e affinità.

Abbiamo anche giocato con i movimenti degli animali ma il lavoro è stato molto intenso e profondo: ciascuna ha cercato di individuare quale fosse il proprio animale interiore, mettendo a fuoco come si sentiva o quale animale potesse rappresentarla e solo dopo abbiamo tradotto in movimenti del corpo quelli che potevano essere i movimenti e le azioni di tali animali, creando poi una coreografia con i movimenti degli animali interiori di ciascuna.

Abbiamo anche fatto un lavoro sul proprio nome-segno.  Le persone sordo mute associano un gesto-segno al proprio nome e noi abbiamo provato a fare la stessa cosa, creando ancora una volta una coreografia mettendo insieme i nomi-segno di ciascuna.

Credo davvero che il fatto di lavorare on line ci abbia permesso di fare cose che altrimenti in presenza non avremmo mai potuto fare.
Vedo questo periodo come una grande pentola magica, uno spazio virtuale in cui ciascuna è riuscita a portare il suo contributo, dedicandosi un proprio spazio di ricerca personale (mentre  racconto le ho in mente tutte le mie bambine, ciascuna nella propria cameretta, concentrate e coinvolte nell’esplorazione di sé).

Io non sono brava a fare foto utilizzando zoom…quindi non ho immortalato nessuno di questi momenti, ma a volte nel guardarle mi venivano i brividi, perché  percepivo quanto fosse bello lavorare insieme a loro e quanto loro fossero coinvolte nel lavoro che stavamo facendo insieme!

Le lezioni on line, quindi, hanno permesso che si sprigionasse un nuovo tipo di energia, facendo emergere la parte più poetica e delicata di ognuna di loro.

Credo che in presenza non avremmo potuto raggiungere queste vette di autenticità e delicatezza, anche perchè il lavoro che stiamo facendo sarebbe stato molto più complesso da fare in presenza, dove è più facile perdere la concentrazione a causa di una chiacchiera di troppo, dell’imbarazzo, della timidezza, della paura del giudizio….

Ovviamente non posso dire che sia meglio fare lezione on line rispetto a farla in presenza ma sono contenta di poter vivere con loro la danza in questa maniera autentica e profonda.”

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