L’occupazione israeliana colpisce direttamente e tragicamente anche le famiglie che il progetto “Una Terra In Comune” cerca di sostenere. Ieri è stato ferito gravemente il fratello di Fatima e oggi una notizia ancora più triste: il nipote di Samaher è stato ucciso.
Entrambi si trovavano presso un punto di distribuzione della Gazan Humanitarian Foundation, una trappola mortale, organizzata dall’esercito americano insieme a quello di occupazione israeliano e denunciata sin dall’inizio dall’ONU per l'assenza di garanzie di rispetto del diritto umanitario e dei diritti umani. Più di 200 le persone uccise ad oggi solo per poter portare a casa un sacco di farina o qualcosa per alleviare la fame procurata dallo stato di assedio in cui l’esercito israeliano ha posto l’intera Striscia di Gaza da più di tre mesi.
Vogliamo riportare integralmente il messaggio di Samaher con tutta la sua tristezza e dolore."Non mi sarei mai aspettata che un semplice momento di attesa si sarebbe trasformato in un dolore insopportabile...
Quel giorno mio marito è andato a Rafah, sperando di riportare qualche aiuto umanitario. Ci aspettavamo poco: forse un sacco di farina, un po' di latte, qualsiasi cosa per alleviare la fame che stavamo vivendo. Più tardi, ho ricevuto una telefonata da lui. Non aveva trovato cibo... ma è tornato con qualcosa di più pesante di quanto potessi immaginare.
È tornato portando con sé il corpo senza vita di suo nipote, martirizzato.
La notizia mi ha colpito come una tempesta. Ero sotto shock. Non ero preparata a questo, non in mezzo a tutto quello che stavamo già sopportando. Come se la tragedia si rifiutasse di darci un momento per respirare... uno strazio segue l'altro.
È tornato a mani vuote, ma le sue braccia erano piene del fardello più pesante: un'anima che ci ha lasciato, un cuore di madre che si spezzerà e una casa che porterà per sempre il dolore.Tutto ciò che posso sperare ora è che questo martire riposi nei cieli più alti e che Dio conceda ai nostri cuori la forza di sopportare questo dolore senza fine."