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Cityability – Progetto territoriale per migliorare l’ integrazione delle persone con disabilità.

Attività sportive per persone con disabilità milano

L’ Associazione La Comune, le cooperative Fraternità e Amicizia, Azione Solidale e l’Associazione di Volontariato Incontriamoci promuovono il progetto 

Cityability

Progetto territoriale per migliorare il livello di integrazione delle persone con disabilità.

Corsi integrati di Yoga, Teatro, Arte
per persone con disabilità e normodotate
al CAM di via Forze Armate 318 – per info tel.02.40.36.494

Corsi specifici e laboratori integrati di Yoga, Judo,Arte,Teatro
per persone con disabilità in v.Novara 97 e v.Legioni Romane 23
per info tel.02.40.36.494

Corsi integrati di Karate adattato alla disabilità per bambini
e ragazzi presso la Scuola “Negri” di p.za Axum
per info tel.02.40.36.494

Laboratori di Teatro, Arteterapia per minori, Percussioni
presso l’Housing Sociale “Cenni di cambiamento” in via Gabetti 15
per info tel.02.8410.5746

Gruppi di Auto-mutuo-aiuto per coppie di persone con disabilità,
per genitori e familiari. Eventi culturali e momenti di incontro
per info tel.02.4985.558

Il progetto “Cityability” promosso dall’Associazione La Comune, in parternariato con la Cooperativa Fraternità e Amicizia onlus, l’Associazione di volontariato Incontrimoci Onlus e con la Cooperativa sociale Azione Solidale, grazie al finanziamento di Fondazione Cariplo e con il patrocinio del Consiglio di zona 7 propone laboratori integrati aperti a persone con disabilità e normodotate.

Lo scopo del progetto è quello di rafforzare la possibilità di integrazione delle persone con disabilità all’interno della Zona 7, proponendo attività prevalentamente congiunte disabili/normodotati, coinvolgendo le strutture pubbliche per il tempo libero, le scuole e le sedi del privato sociale. L’obiettivo è quello di creare sinergie tra gli Enti che nel territorio interagiscono con la disabilità per permettere la messa in rete degli attori sociali, la condivisione delle risorse del territorio e la loro piena valorizzazione.

Il progetto è realizzato grazie al contributo di

SCARICA IL PDF DELL’ESPERIENZA
PRESSO ISTITUTO CARDARELLI MASSAUA

Ecco il video realizzato dal plesso scolastico “Massaua” di Milano che narra l’esperienza dei corsi di psicomotricità da noi organizzati in orario scolastico nelle classi dove erano presenti bambini con disabilità, al fine di favorirne l’integrazione nel gruppo-classe. Tali corsi sono stati una delle attività del progetto territoriale Cityability (rif.prog. 2014-0276) da noi realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo.

https://www.youtube.com/watch?time_continue=3&v=KSvyBV6RGEQ&feature=emb_logo

NOTE SULLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Il progetto “Cityability” è iniziato il 01/06/2014 e terminato dopo i 15 mesi previsti in data 31/08/2015.

Ha visto la collaborazione e la cooperazione delle 4 Associazioni e Cooperative che hanno interagito con il territorio milanese della zona 6 e 7 e i suoi abitanti migliorando il livello di integrazione delle persone con disabilità.

Gli obiettivi che l’Associazione La Comune, la Cooperativa Azione Solidale, la Cooperativa Fraternità e Amicizia e l’Associazione di Volontariato Incontriamoci Onlus si erano dati erano sei:

  • migliorare il livello di integrazione delle persone con disabilità sul territorio;
  • migliorare l’attenzione delle persone “normodotate” nei confronti di quelle con disabilità;
  • migliorare le relazioni dei minori disabili all’interno del contesto scolastico;
  • favorire l’apertura relazionale della persona con disabilità grave all’interno delle strutture diurne;
  • favorire l’interscambio di buona prassi fra i diversi soggetti che rivestono un ruolo educativo nei confronti delle persone disabili;
  • sviluppare sinergie tra Servizi alla persona, Centri di Aggregazione Multifunzionale, Enti del Terzo settore e Scuola.

Riteniamo che tali obiettivi siano stati raggiunti attraverso le 4 linee di intervento che avevamo previsto; di seguito ne riassumiamo gli aspetti principali. 

Linea di intervento 1 (che sottende agli obiettivi 1-2) e che ha riguardato gli interventi in strutture pubbliche o del privato sociale.

Innanzitutto è stata molto fruttuosa la collaborazione con il Consiglio di Zona 7 che ha messo a disposizione una delle sedi dei Centri Aggregativi Multifunzionali (CAM) di zona per talune delle attività progettuali. Questa scelta è stata molto importante poiché tutti gli attori del progetto hanno potuto lavorare in rete in uno dei punti nodali della zona 7 e creare le fondamenta per un’integrazione sociale vissuta nel quotidiano.

Per quanto riguarda le attività svolte presso le sedi dell’Associazione La Comune abbiamo approntato i vari interventi previsti: 2 corsi di judo adattato, un corso di yoga adattato e uno di yoga integrato; 3 laboratori di Danzamovimentoterapia; un laboratorio al sabato di Arte terapia e di Yoga, e un laboratorio di Teatrodanza il sabato pomeriggio; a questi corsi hanno partecipato una settantina di persone con disabilità. Inoltre abbiamo inserito 10 persone con disabilità cognitiva nei corsi per normodotati accompagnandoli nel loro percorso.

In corso d’opera, a causa dell’esiguità dei partecipanti al corso di teatro del sabato pomeriggio e della concomitante richiesta di una Comunità psichiatrica di attivare un corso presso la loro struttura con caratteristiche analoghe (partecipazione della cittadinanza allargata), abbiamo operato la modifica.

La differente tipologia di corsi e laboratori proposti – corsi specifici adattati alla disabilità / corsi integrati – ha permesso di poter sviluppare un’offerta che non si è conclusa con il progetto, ma gradualmente vuole raggiungere l’obiettivo più ampio dell’inclusione in attività congiunte e della conseguente rete di sostegno diffusa per le persone con fragilità.

Nella sede della Cooperativa Fraternità e Amiciziasi sono svolti gli incontri di gruppi di auto-mutuo-aiuto rivolto a genitori e famigliari di persone con disabilità; nove incontri a cui hanno partecipato complessivamente circa 50 genitori. Alle altre attività presso tale sede hanno partecipato i modo costante una ventina di persone con disabilità e l’interazione disabili/normodotati è stata notevole.

Presso la sede della Cooperativa Azione Solidale, nell’housing sociale “Cenni di cambiamento”, si sono svolti invece tre laboratori annuali: uno a carattere musicale, uno teatrale e uno di arteterapia, organizzato dall’Associazione di Volontariato Incontriamoci Onlus.

Quest’ultimo, rivolto a bambini con bisogni speciali, ha visto la presenza di 10 bambini della fascia di età della scuola primaria. Il laboratorio musicale, guidato da un tecnico, e con una cadenza settimanale, ha coinvolto 15 utenti, mentre il laboratorio teatrale ha coinvolto 21 persone in età compresa tra i 20 e i 55 anni e si è concluso con un momento aperto alla cittadinanza.

Nei diversi laboratori è stato estremamente efficace affiancare al tecnico una figura educativa che ha accompagnato il gruppo nel percorso.

Va evidenziato il lavoro preparatorio dell’equipe, che ha poi portato a quella partecipazione alle attività segnalata, con il territorio. In fase promozionale, le attività sono state promosse all’interno di alcune scuole superiori della zona e una presentazione più dettagliata è stata fatta con alcuni referenti del Centro Formazione Professionale per disabili del comune di Milano di via San Giusto.

Essendo poi alcune attività collocate nel contesto di housing sociale “Cenni di cambiamento”, si è lavorato per il coinvolgimento di abitanti del condominio eventualmente interessati a condividere un’esperienza di integrazione sociale.

Altro luogo inserito nel tessuto territoriale è stata la Comunità Terapica Cima dove si è svolto un laboratorio di teatro sociale organizzato dall’Associazione di volontariato Incontriamoci Onlus che ha coinvolto circa una decina di persone fra utenti e personale della comunità.

Questo intervento ha avuto una duplice valenza: la prima di poter lavorare attraverso la pratica teatrale al fine di migliorare le competenze relazionali dei destinatari con problematiche psichiatriche; la seconda di poter relazionarsi col territorio attraverso performance e spettacoli aperti al pubblico.

Attraverso giochi teatrali e improvvisazioni è nata così la performance “Sei personaggi senza autore” che è andata in scena sia al CAM di zona 7 che in altre rappresentazioni richieste dalle famiglie dei ragazzi e messe in scena in luoghi all’interno della zona in cui la Comunità è ubicata, ma al di fuori delle mura della stessa.

Riteniamo che rispetto agli interventi attuati presso le sedi delle associazione e cooperative, si siano raggiunti gli obiettivi previsti, ovvero:

  • migliorare il livello di integrazione delle persone con disabilità sul territorio;
  • migliorare l’attenzione delle persone “normodotate” nei confronti di quelle con disabilità;

In particolare riteniamo di aver promosso, attraverso il rafforzamento della percezione delle proprie capacità, un reale percorso di sviluppo individuale e relazionale dei soggetti diversamente abili, sviluppandone le capacità e le potenzialità espressive e relazionali, e ponendo il soggetto al centro.

Abbiamo inoltre permesso a tirocinanti e volontari di affiancare gli operatori per accedere al mondo della disabilità intellettivo-relazionale affinando la loro preparazione; e creato spazi e tempi “altri”, diversi dalla quotidianità, ove potersi incontrare praticando sport o attività espressive.

Linea di intervento 2 (relativa all’obiettivo 3) che ha riguardato le attività all’interno del mondo scolastico.

L’intervento nelle scuole è stato strutturato in modo da attuare livelli di partecipazione che agevolassero le differenti richieste e necessità degli studenti sia nel ruolo di alunni che nel ruolo di cittadini.

Nello specifico sono stati organizzati, per le scuole dell’obbligo, due corsi di karate integrato presso l’istituto “Gaetano Negri” in Piazza Axum, in orario post scolastico. Uno rivolto ai ragazzi/e della scuola media, l’altro a cui hanno partecipato i bambini delle scuole primarie afferenti quel plesso.

Presso la scuola primaria “Massaua-Cardarelli” in via Massaua invece è stato organizzato in orario scolastico un laboratorio di psicomotricità che ha coinvolto tutte le classi in cui vi era presente un bambino con disabilità, ovvero circa 180 bambini, in un percorso ludico-motorio di integrazione e interazione con i compagni con disabilità, con la compresenza a rotazione di 10 insegnanti.

Il progetto è stato condiviso ed approvato dalle famiglie degli alunni coinvolti, le quali hanno partecipato ad una restituzione sulle attività svolte, importante momento di incontro sulla disabilità.

Sempre in orario scolastico presso le sedi dell’Istituto di Istruzione Superiore “Oriani Mazzini” abbiamo organizzato gli incontri del “Gruppo Narrante”: quattro persone con disabilità con un’età compresa tra i 30 e i 45 anni, accompagnati da uno psicologo, hanno effettuato 4 incontri, di 2 ore ciascuno. Tali incontri sono stati seguiti da un momento di rielaborazione con gli studenti, alla presenza del solo psicologo, per far emergere e condividere le riflessioni.

Riteniamo pienamente raggiunto l’obiettivo prefissato di “migliorare le relazioni dei minori disabili all’interno del contesto scolastico” avendo favorito con un lavoro coordinato con la scuola la coesione delle classi in cui sono presenti bambini disabili; un altro obiettivo raggiunto è stato quello di favorire il processo di responsabilizzazione delle famiglie riguardo alle attività che possono contribuire ad una migliore qualità di vita relazionale e sociale sostenendo i processi di apprendimento del bambino disabile e incrementandone l’autostima, infine le riflessioni sorte nelle classi delle scuole superiori sul tema della disabilità sono state tali da ipotizzare un incremento della soglia di inclusività dei compagni con bisogni speciali.

Infine, anticipando il tema della disseminazione del progetto, vogliamo segnalare come, dal mese successivo al termine del progetto, i corsi di karate per i bambini con disabilità, integrati con i coetanei normodotati, stanno proseguendo, spostati presso la nostra sede, e come l’intervento della psicomotricista nelle classi del plesso “Massaua” dove sono presenti bambini con disabilità stia proseguendo per un ulteriore trimestre.

Linea 3 (che sottende l’obiettivo 4) e che ha riguardato gli interventi presso i Centri Disabili Diurni per le persone con grave disabilità.

Presso ciascuno degli otto Centri Disabili Diurni a gestione diretta (sui 15 di Milano) coinvolti è stato svolto un corso innovativo di attività motorie ed espressive.

Nello specifico si sono attuati laboratori di Danza Movimento Terapia e Dance Ability presso i Centri Disabili Diurni “Noale”, “Faravelli”, “Treves”, “Ippodromo”, “Bernardino da Novate”; un laboratorio di Arteterapia presso il Centro Disabili Diurno “Treves” e due percorsi di Yoga presso i Centri Disabili Diurni “Cherasco” e “Narcisi”.

Molto importante è stato lo scambio avuto in itinere, all’interno di ciascun Centro Disabili Diurno coinvolto, da parte di ogni operatore con gli educatori di riferimento: si sono predisposti specifici incontri di verifica e di confronto all’interno del Centro stesso per condividere con l’equipe educativa maggiori strumenti, modalità e focus osservativi nuovi, ponendo le basi perché essi possano proseguire nel quotidiano con gli utenti le modalità più favorevoli ad attivare processi di cambiamento e di benessere.

Pur nella complessità, abbiamo verificato aperture e spunti di lavoro e ricerca interessanti, accolti anche dagli educatori presenti e partecipanti al gruppo.

L’apertura di questi Centri verso il territorio resta comunque difficile non tanto per i contenuti da proporre o per la paura del diverso, ma per le procedure burocratiche legate alla sicurezza dei centri stessi che non permettono di trasformare questi luoghi in altro, se non quelli permessi dall’accesso della cittadinanza in occasione di eventi presso il CDD.

Dopo avere vagliato con alcuni dei Direttori dei centri possibilità e alternative, siamo giunti alla conclusione di favorire più esperienze i cui gli utenti dei centri si distacchino per fare attività in luoghi diversi.

Il risultato è un incremento, a partire da settembre 2015, delle attività esterne integrate, soprattutto nell’ambito delle ginnastica dolce, in considerazione anche dell’età media degli utenti, ormai superiore ai 40 anni.

Rispetto agli interventi attuati, riteniamo raggiunto l’obiettivo di “favorire l’apertura relazionale della persona con disabilità grave all’interno delle strutture diurne”; ciò è avvenuto attraverso:

  • la promozione delle diverse arti-terapie di movimento innovative rispetto al singolo Centro;
  • l’ampliamento, attraverso le arti espressive, del piacere personale derivante dal riconoscimento da parte di terzi (non solo nella cerchia familiare e nelle amicizie) per il lavoro svolto in contesti pubblici come mostre e spettacoli performatici;

– il supporto al lavoro degli educatori delle strutture pubbliche che ha aperto un confronto con essi che va al di là del periodo progettuale.

Linea di intervento 4 (relativa all’obiettivo 5-6) che ha riguardato la messa in rete degli operatori e la disseminazione del progetto.

L’intervento ha mirato complessivamente a rafforzare le possibilità di integrazione delle persone con disabilità all’interno del territorio, proponendo attività presso strutture pubbliche per il tempo libero, scuole, sedi del privato sociale.

L’obiettivo della messa in rete degli operatori è stato perseguito inizialmente attraverso i vari passaggi propedeutici all’avvio delle altre azioni progettuali.

Si sono svolte quindi riunioni di contatto e di pubblicizzazione con le altre realtà delle zone 6, 7, 8 del Comune di Milano, con il Consiglio di Zona 7 e la Rete dei Servizi Sociali di zona 6, le scuole, i Centri Disabili Diurni e altre realtà comunitarie del privato sociale, che hanno coinvolto operatori e responsabili delle diverse attività e strutture.

Si è rilevato anche di grande importanza il coinvolgimento dei soci delle associazioni promotrici e delle famiglie poiché grazie al loro interesse e aiuto abbiamo coinvolto quelle persone con disabilità che non frequentano i Centri Disabili Diurni o altre strutture diurne.

Tutti gli operatori coinvolti nel progetto, volontari compresi, hanno partecipato durante le varie fasi del progetto agli incontri periodici di monitoraggio e verifica per approfondire e condividere le linee guida ed eventuali criticità.

Molta importanza per poter raggiungere e consolidare i risultati relativi a questa fase è stata l’organizzazione del corso di formazione “Disabilità espressione movimento” rivolto a chi volesse approfondire alcune tematiche teoriche e pratiche legate alla disabilità e aperto agli operatori del progetto come ulteriore momento formativo.

Hanno partecipato 12 persone esterne in modo continuativo a cui si sono aggiunti altre 4 persone che hanno partecipato solo ad alcuni incontri.

Il gruppo era formato prevalentemente da operatori del settore, insegnanti di sostegno, familiari di persone affette da disabilità cognitiva e fisica, studenti in Scienze della Formazione.

Il lavoro è stato molto apprezzato dai partecipanti, che hanno richiesto un proseguimento, che l’Associazione capofila organizzerà nel primo semestre del 2016.

La rete di contatti che grazie al progetto “Cityability” è stata potenziata ha a sua volta generato stimoli per ulteriori interventi sociali, ancor più mirati a specifici problemi, quali ad esempio il progetto “TimeOut” relativo all’inclusione sociale di minori a rischio, ivi compresi i minori con diabilità/disagio.

Riteniamo quindi raggiunti gli obiettivi che ci ponevamo con questa linea di azione, ovvero quelli di favorire l’interscambio di buona prassi fra i diversi soggetti che rivestono un ruolo educativo nei confronti delle persone disabili e di sviluppare sinergie tra Servizi alla persona, Centri di Aggregazione Multifunzionale, Enti del Terzo settore e Scuola.

CONCLUSIONI

Tutti gli interventi attuati hanno coinvolto attivamente la popolazione dei quartieri in cui si è operato e creato diversi momenti di condivisione del tempo libero o di incontro con persone con disabilità in cui l’elemento della espressività e dello sport hanno agito come strumento aggregativo.

Riteniamo raggiunti gli obiettivi indicati dal progetto per quanto riguarda la partecipazione del territorio nei confronti della disabilità e, viceversa, la partecipazione attiva da parte di persone con disabilità in luoghi a loro non strettamente dedicati siti nel territorio in cui vivono in zona 6 e 7.

Il risultato importante ottenuto è stato quello di creare le condizioni nelle strutture comunali per il tempo libero, nelle sedi sociali del territorio e nella scuola, affinché le attività integrate disabili/normodotati proseguano nel tempo.

Tali condizioni si sono create promuovendo, grazie al progetto, nuove relazioni fra normodotati e persone con disabilità e rafforzando la rete Comune, Scuola e Terzo Settore.

Alcuni dei risultati raggiunti con il progetto Cityability si stanno ulteriormente consolidando:

  • i corsi artistici presso il CAM di Forze Armate, organizzati dal Comune di Milano, sono ora frequentati da persone con disabilità,
  • il plesso della scuola Massaua sta continuando la sua esperienza psicomotoria nelle classi dove sono presenti minori disabili,
  • i gruppi di ginnastica dolce sul territorio frequentati da utenti dei CDD sono aumentati,
  • i corsi di teatro integrato e di danzamovimentoterapia presso le sedi delle associazioni sono raddoppiati a causa dell’aumento delle domande di partecipazione,
  • la richiesta di formazione specifica per operatori porterà ad un nuovo percorso formativo,
  • il confronto con gli operatori dei Centri Diurni Disabili è un dato acquisito.

Siamo convinti che dai risultati raggiunti saranno possibili ulteriori sviluppi di coesione e inclusione sociale che prenderanno spunto dall’avere, attraverso questo progetto, costituito e rafforzato dei gruppi di persone che condividono interessi comuni e che sono composti da persone con disabilità e normodotati, e dall’aver creato nuovi legami amicali e di conoscenza fra persone con disabilità e normodotati che sono la premessa per quella coesione territoriale inclusiva e attenta alle fragilità sociali.

 

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